Mohammadreza Mirzaei – What I don’t have

Lugo Land è lieta di presentare “What I don’t have” dell’artista iraniano Mohammadreza Mirzaei. Questo progetto è presentato in due volumi e due diverse forme di rappresentazione: una storia e una serie di foto che si svolgono entrambe nello stesso momento e nello stesso luogo, ma in due diverse grammatiche artistiche. Qual è la relazione tra questi due opuscoli? Sono capitoli diversi della stessa storia? La risposta è lasciata al pubblico. “What I don’t have” può essere letto come una collisione di verità e finzione nella fotografia e si spera che suggerisca un nuovo modo di raccontare storie.

Mohammadreza Mirzaei è un fotografo, scrittore e traduttore iraniano con sede a Philadelphia, USA. Le foto di Mirzaei sono state esposte in numerose mostre personali e collettive in tutto il mondo, tra cui il 16° Biel/Bienne Festival of Photography e il Fotográfica Bogotá 2011. È stato fondatore e direttore di Dide Magazine, una rivista online dedicata alla fotografia iraniana contemporanea e anche uno dei giurati dell’International Photobook Award nel 2011. Mirzaei è il traduttore di “La Grammatica di Dio”; di Stefano Benni, dall’italiano al persiano. (Herfeh-Honarmand Publications, 2012, Teheran, Iran). Mohammadreza Mirzaei ha una laurea in letteratura italiana presso l’Università Azad di Teheran ed è candidato MFA presso l’Università della Pennsylvania.

“La settimana dopo, ha caricato su Facebook un album di lei con altri ragazzi e ragazze da qualche parte in campagna. Mi sono ricordato che prima di tutta la debacle telefonica, mi aveva detto che aveva programmato di andare in un piccolo villaggio vicino a Cervia con i suoi amici durante le vacanze di Natale. Cervia? O Cesena o come vuoi. Un villaggio è un villaggio: basta avere quattro alberi, sei mucche e una pecora rognosa. Come se l’avessi davvero persa, ero felice di ricevere qualche notizia. Ho esaminato attentamente le foto. Proprio la mia fortuna: uno dei ragazzi del gruppo stava fissando Shirin con aria lasciva. Era iraniano? O italiano? O di qualche altro dannato paese? Non mi importava.”